6 Settembre 2016
conferenza dimostrativa gratuita nella città di Reggio Emilia viale Leopoldo Nobili 2 Hotel Mercury Astoria
ore 17:00 0ppure ore 20 è gradita la prenotazione dei posti
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Fin dall’antichità possiamo trovare notizie di individui che sbalordivano per le loro capacità mnemoniche.
Interi poemi, elenchi di centinaia di nomi, date e numeri erano solo alcune prove di memoria con cui deliziavano il pubblico e, nella maggior parte dei casi, il loro segreto consisteva in una buona padronanza di speciali tecniche di memoria definite oggi mnemotecniche.
Lunga la lista dei personaggi storici che ricorrevano a tecniche di memoria: da Simonide di Ceo (470 a. C.) a Platone e Aristotele per quanto riguarda l’antica Grecia, da Cicerone a Quintiliano per l’antica Roma, e via via con il passare dei secoli attraverso personaggi del calibro di Tommaso D’Aquino, Lullo, Giordano Bruno, il leggendario Pico della Mirandola, Leibniz.
La mnemotecnica arriva ai giorni nostri passando dalla tradizione classica un po’ elitaria e sensazionalistica ad una tecnica semplice ed efficace dai risultati sicuri per tutti. Le più recenti scoperte sul funzionamento del cervello hanno inoltre dimostrato che queste tecniche di memoria sono in effetti strettamente collegate ai meccanismi di base della nostra mente. Di conseguenza si è cominciato ad usarle ed insegnarle nelle università e nelle scuole, considerandole come aiuti integrativi nei procedimenti di apprendimento generale.
Corsi di memoria si tengono sin dagli anni ’50 in molti campus universitari americani, ed è lunghissima la lista di aziende ed istituzioni che ospitano seminari sulla memotecnica rivolta ai propri dirigenti: dalla Exxon alla Nasa, dalla Texas istruments alla IBM, dalla Fiat alla Olivetti a decine di medie e grandi aziende italiane.
Queste strategie, in effetti, si basano su premesse molto semplici: qualunque tipo di dato sottoposto all’attenzione dei nostri cinque sensi viene immagazzinato nel nostro cervello.
Ciò che manca alla nostra memoria non è, infatti, la capacità d’immagazzinamento dei dati, bensì un efficace gestione dei dati al momento del richiamo. E’ del professore Wilder Penfield, canadese, la scoperta quasi casuale delle capacità delle cellule cerebrali di “catturare” e mantenere intatte anche con il passare di decine di anni le infinite percezioni rilevate dai cinque sensi. Penfield, scoprendo con stupore che quando stimolava con piccole sonde elettriche alcune particolari cellule cerebrali, i suoi pazienti ricordavano improvvisamente esperienze del passato, rivivendone realmente l’intera esperienza, compresi odori, rumori, colori, movimenti e sapori, formulò l’ipotesi che all’interno di ogni cellula esistesse un deposito completo di ogni avvenimento del nostro passato, e che se riuscissimo a trovare lo stimolo adatto potremmo riproiettare l’intero “film”.
Le mnemotecniche si propongono, quindi, come un metodo efficace per ordinare al momento della percezione tutte le informazioni che si vogliono ritenere nel tempo, in maniera tale da sapere sempre in quale specifico “cassetto” della nostra memoria è possibile andarle a recuperare al momento opportuno.
Tutto questo attraverso semplici principi:
- Visualizzazione: conversione di dati in immagini mentali allo scopo di sfruttare il senso predominante. La memoria umana è infatti visiva per l’80-85%;
- Associazione di immagini;
- Uso della fantasia: allo scopo di creare immagini inusuali che possono coinvolgere emotivamente.
Grazie alle Tecniche di Memoria è possibile memorizzare, ricordando con precisione nel tempo, centinaia di vocaboli stranieri in pochi giorni, interi programmi d’esame, classificazioni, formule, grafici, articoli di codice e qualsiasi altro tipo di dato o informazione; inoltre si acquisisce la capacità di ricordare “a lungo termine”, così da eliminare quasi totalmente la lunga e noiosa fase di ripasso, con un conseguente risparmio di tempo ed energie enorme!